Cina, Xi Jinping annuncia per la prima volta un piano di riduzione delle emissioni entro il 2035
La Cina si è impegnata per la prima volta a ridurre le proprie emissioni inquinanti: lo ha detto il presidente cinese Xi Jinping.
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PPer la prima volta la Cina, il Paese con il più alto livello di emissioni al mondo, si è impegnata a ridurre in modo quantificato i propri gas serra. L’annuncio è arrivato dal presidente Xi Jinping durante un summit delle Nazioni Unite sul clima, in cui ha presentato un piano che segna un passaggio cruciale nella politica energetica cinese e nella lotta al cambiamento climatico.
Xi ha dichiarato che la Cina mira a tagliare tra il 7 e il 10% delle proprie emissioni di anidride carbonica e altri gas serra entro il 2035, rispetto al livello di picco. Parallelamente, ha promesso che nei prossimi dieci anni la quota di elettricità prodotta da fonti rinnovabili salirà di oltre il 30% e che verranno rafforzati gli investimenti nel settore delle auto elettriche, destinate a diventare mainstream sul mercato.
Cina, un piano che può cambiare gli equilibri globali
Il piano rappresenta un’iniziativa significativa, perché la Cina resta ancora fortemente dipendente dal carbone, pur essendo già leader mondiale nella produzione di pannelli solari, turbine eoliche, batterie e veicoli elettrici. Nel solo 2023 Pechino ha installato più capacità solare di quanta gli Stati Uniti abbiano accumulato in tutta la loro storia.

Secondo Xi, entro il 2035 la Cina moltiplicherà per sei volte la capacità di produzione di energia eolica e solare, fino a raggiungere i 3600 gigawatt. Tuttavia, diversi analisti ritengono che gli obiettivi fissati restino prudenti rispetto a ciò che sarebbe necessario per contenere l’aumento della temperatura globale.
I limiti degli impegni climatici
Gli scienziati sottolineano che, anche con una riduzione del 10% delle emissioni cinesi entro il 2035, sarà difficile mantenere il riscaldamento globale entro la soglia critica di 1,5 °C rispetto all’era preindustriale, come stabilito dall’Accordo di Parigi del 2015. L’Organizzazione meteorologica mondiale prevede che tale limite potrebbe essere superato già entro il 2027.
Li Shuo, esperto dell’Asia Society Policy Institute, ha commentato che la Cina ha scelto un approccio “prudente” e “prevedibile”, coerente con la tradizione politica del Paese in tempi di incertezza globale. Un approccio pragmatico che, pur non essendo il più ambizioso possibile, segna comunque un punto di svolta nella diplomazia climatica di Pechino.
Geopolitica del clima: Cina contro Stati Uniti
Nel suo intervento Xi Jinping ha anche invitato i Paesi sviluppati ad assumere un ruolo guida nella lotta al cambiamento climatico, con un chiaro riferimento agli Stati Uniti. Lo stesso giorno, infatti, l’allora presidente americano Donald Trump, intervenendo all’Assemblea generale dell’ONU, ha definito gli sforzi globali contro la crisi climatica una “truffa” e una “bufala”.

La contrapposizione tra Washington e Pechino evidenzia quanto la questione climatica sia ormai centrale non solo per la sostenibilità ambientale, ma anche per gli equilibri geopolitici ed economici del XXI secolo. La traiettoria intrapresa dalla Cina potrebbe dunque influenzare in modo decisivo il futuro della decarbonizzazione mondiale.