Caldo estremo in Europa: quasi 16.500 morti in più legati alla crisi climatica secondo uno studio UK
L’estate 2025 ha causato oltre 24 mila decessi per caldo in Europa, di cui ben 16.500 attribuibili all’aumento delle temperature. Lo studio.
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LLa crisi climatica si conferma un’emergenza sanitaria oltre che ambientale. Secondo un nuovo studio condotto da scienziati dell’Imperial College di Londra e della London School of Hygiene & Tropical Medicine, l’estate 2025 ha causato quasi 24.400 decessi per caldo nelle città europee, di cui ben 16.500 attribuibili direttamente all’aumento delle temperature dovuto al riscaldamento globale di origine antropica: circa due terzi delle vittime non ci sarebbero stati senza l’uso massiccio di combustibili fossili che ha reso l’Europa in media 2,2 °C più calda rispetto a un mondo senza cambiamenti climatici.
Un’estate record e morti per il caldo sottostimate
Il periodo giugno-agosto 2025 è stato il quarto più caldo mai registrato, con temperature superiori di 0,9 °C alla media 1990-2020. Questo ha esposto milioni di persone a rischi per la salute, soprattutto anziani e malati cronici.
Lo studio sottolinea che i morti per caldo sono ampiamente sottostimati: raramente il calore viene riportato sui certificati di morte, poiché le persone decedono per complicazioni legate a patologie pregresse aggravate dalle alte temperature, come insufficienze cardiache, respiratorie o renali. Secondo i ricercatori, l’85% delle vittime aveva più di 65 anni.
L’Italia tra i Paesi più colpiti
Il bilancio dei decessi varia molto tra Paesi e città. In Italia il caldo estremo legato ai cambiamenti climatici avrebbe causato 4.597 morti, seguita dalla Spagna con 2.841, la Germania con 1.477, la Francia con 1.444 e il Regno Unito con 1.147.
Roma detiene il primato negativo con 835 vittime, seguita da Atene (630), Parigi (409), Madrid (387), Bucarest (360) e Londra (315). Alcune di queste morti hanno fatto notizia, come quella di un operaio edile di 47 anni a San Lazzaro di Savena e di un operatore ecologico di 51 anni a Barcellona, entrambi colpiti dal caldo durante il lavoro.
Il caldo, un killer silenzioso nelle città europee
Le città, dove vive oggi il 70% degli europei e dove entro il 2050 risiederà l’80% della popolazione, sono particolarmente vulnerabili. A causa dell’effetto isola di calore urbana, possono registrare temperature fino a 10 °C superiori rispetto alle aree rurali. Le superfici in cemento, il traffico e la scarsità di spazi verdi trasformano le ondate di calore in trappole mortali, soprattutto per chi vive in condizioni di fragilità economica e non ha accesso a sistemi di raffrescamento.
La responsabilità dei combustibili fossili
I ricercatori stimano che il riscaldamento causato dall’uomo sia responsabile del 68% delle morti in eccesso per caldo. Friederike Otto, climatologa dell’Imperial College, è netta: «La catena causale dalla combustione di combustibili fossili all’aumento delle temperature e alla mortalità è innegabile. Se non avessimo continuato a bruciarli, la maggior parte di queste persone oggi sarebbe viva».
Gli esperti chiedono interventi immediati: più spazi verdi e blu nelle città, piani locali di adattamento, protezione dei lavoratori all’aperto, accesso ad aria condizionata per anziani e malati. Ma soprattutto, avvertono che senza una rapida eliminazione dei combustibili fossili le ondate di calore diventeranno sempre più mortali. Francesco Romizi, medico di ISDE Italia, commenta: “Il caldo estremo è un killer silenzioso. Ogni rinvio nella transizione ecologica significa nuove vite spezzate”.