Perché l’urina delle balene è fondamentale per la salute dell’oceano
L’urina delle balene è ricca di fosforo e azoto, due nutrienti essenziali per il fitoplancton, alla base della catena alimentare oceanica.
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OOgni giorno una balena può rilasciare fino a 950 litri di urina nel mare. Un dato sorprendente, ma tutt’altro che irrilevante: secondo numerosi studi scientifici, questa enorme quantità di liquido svolge un ruolo cruciale nell’equilibrio dell’ecosistema marino. L’urina delle balene, infatti, è ricca di fosforo e azoto, due nutrienti essenziali per la crescita del fitoplancton, che rappresenta la base della catena alimentare oceanica.
Un recente studio condotto dall’Università del Vermont e pubblicato su Nature Communications ha analizzato in particolare l’attività di quattro grandi cetacei: la balena blu, la balena grigia, la megattera e la balenottera comune. Questi enormi mammiferi marini non si limitano a filtrare le acque dell’oceano per nutrirsi, ma svolgono una funzione ancora più preziosa: distribuiscono nutrienti vitali in regioni del mare dove essi scarseggiano.
L’urina delle balene come fertilizzante marino
Durante l’estate, le balene si alimentano nelle regioni polari, ricche di nutrienti. Ma durante la migrazione verso le acque tropicali, più povere di risorse, le balene consumano le loro riserve di grasso e muscolo. In questo processo, rilasciano nell’oceano enormi quantità di urina, ricca di nutrienti essenziali.
Secondo Heidi Pearson, biologa marina all’Università dell’Alaska sud-orientale, l’urina delle balene contribuisce a stimolare la crescita del fitoplancton sulla superficie dell’oceano e a rafforzare la resilienza dell’ecosistema marino, anche in profondità. In altre parole, il loro contributo non è solo fisico o biologico, ma anche chimico: le balene fertilizzano il mare, garantendo il benessere di molte altre specie.
Non solo urina: placenta e carcasse come nutrienti
Il ruolo ecologico delle balene non si esaurisce con l’urina. Anche le placente espulse dopo il parto e le carcasse che affondano in fondo al mare rilasciano grandi quantità di nutrienti nel tempo. Queste “donazioni” biologiche permettono a miriadi di creature marine di nutrirsi e sopravvivere in ambienti spesso poveri di risorse. Si tratta di un sistema di riciclo naturale incredibilmente efficiente, che dipende in larga parte dalla presenza delle balene.

Una minaccia per l’equilibrio marino: la scomparsa delle balene
Purtroppo, il numero di balene negli oceani è drasticamente calato negli ultimi decenni. La caccia intensiva condotta fino al XX secolo ha decimato intere popolazioni, e ancora oggi le balene devono affrontare minacce legate alle attività umane: collisioni con navi, reti da pesca, inquinamento acustico, plastica in mare e soprattutto cambiamento climatico.
Secondo gli esperti, la riduzione della popolazione di balene ha già avuto effetti misurabili: si stima che i nutrienti rilasciati oggi siano un terzo di quelli che venivano immessi nell’oceano prima dell’era della caccia alle balene. In altre parole, meno balene significa meno fertilizzante naturale per il mare e, quindi, un oceano meno produttivo.
Proteggere le balene per salvare gli oceani
Conservare le balene significa tutelare la salute del mare e, di riflesso, quella del pianeta. Questi giganti gentili sono ingegneri dell’ecosistema marino: senza la loro presenza e il loro contributo biologico, la vita nell’oceano si indebolisce. L’urina delle balene, per quanto insolita come forma di “concime naturale”, è uno degli elementi chiave per garantire la sopravvivenza degli oceani così come li conosciamo.