Orso bruno marsicano, uno studio genetico svela la sua unicità
L’analisi genomica dell’orso bruno marsicano ha messo in luce uno degli aspetti più critici per la sua sopravvivenza. L’appello del WWF.
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LL’orso bruno marsicano non è soltanto uno dei simboli più riconoscibili della fauna italiana, ma anche una sottospecie unica al mondo, il cui futuro è oggi appeso a un equilibrio estremamente delicato. A confermarlo è un nuovo studio dell’Università di Ferrara, che ha analizzato in profondità il patrimonio genetico della residua popolazione appenninica, confrontandolo con quello di altre popolazioni di orso bruno presenti in Europa centrale e in Nordamerica.
Secondo il WWF Italia, i risultati rafforzano ulteriormente l’idea che l’orso bruno marsicano rappresenti un caso eccezionale dal punto di vista genetico, ecologico e comportamentale. Una sottospecie che convive con l’uomo nell’Italia centrale da millenni e che, proprio per questa lunga coesistenza, ha sviluppato adattamenti profondamente diversi rispetto ad altri orsi europei.
Orso bruno marsicano, una popolazione piccola e ad alto rischio
L’analisi genomica ha messo in luce uno degli aspetti più critici per la sopravvivenza dell’orso marsicano: una ridotta diversità genetica accompagnata da un elevato livello di consanguineità. Si tratta di condizioni che, nel medio-lungo periodo, aumentano in modo significativo il rischio di estinzione per qualsiasi popolazione selvatica.

Oggi la popolazione di orso bruno marsicano è stimata in poco più di 50 individui. Un numero estremamente basso, che rende la sottospecie vulnerabile a malattie genetiche, calo della fertilità e minore capacità di adattamento ai cambiamenti ambientali. In un contesto già segnato dalla frammentazione degli habitat, dagli incidenti stradali e dalle pressioni antropiche, questa fragilità genetica rappresenta una minaccia concreta alla sua sopravvivenza.
Il lato sorprendente della genetica: l’orso “gentile”
Accanto agli elementi di vulnerabilità, lo studio ha però evidenziato un dato sorprendente e di grande interesse scientifico. A differenza delle altre popolazioni di orso bruno analizzate, l’orso marsicano possiede alcuni geni associati a una ridotta aggressività. Un tratto che potrebbe essere il risultato di un lungo processo di selezione naturale legato alla convivenza con l’uomo.
Nel corso dei secoli, gli individui più elusivi e meno aggressivi avrebbero avuto maggiori probabilità di sopravvivere e riprodursi in un ambiente fortemente antropizzato come l’Appennino centrale. Questo processo avrebbe progressivamente “fissato” tali caratteristiche comportamentali all’interno della popolazione, contribuendo a ridurre i conflitti e a migliorare la coesistenza con le comunità locali.
Secondo i ricercatori, l’adattamento al contesto umano non ha riguardato solo il comportamento, ma ha inciso direttamente sul patrimonio genetico di una popolazione piccola e isolata da lungo tempo. Un esempio raro di evoluzione recente guidata dall’interazione tra uomo e fauna selvatica.
Un patrimonio biologico irripetibile
L’orso bruno marsicano rappresenta un tassello fondamentale della biodiversità italiana. La sua unicità non è solo una questione simbolica, ma riguarda un vero e proprio pool genetico irripetibile, costruito attraverso millenni di isolamento geografico nell’Appennino centrale.
Come sottolinea Marco Antonelli, zoologo ed esperto di grandi carnivori per il WWF Italia, studi di questo tipo dimostrano l’importanza di preservare l’integrità biologica di una sottospecie oggi classificata come a rischio critico di estinzione. Proteggere l’orso marsicano significa difendere un’eredità evolutiva unica e un ruolo ecologico insostituibile negli ecosistemi appenninici.