Chicago River torna balneabile dopo quasi un secolo: la prima nuotata ufficiale celebra la rinascita del fiume
Per la prima volta in 98 anni, centinaia di nuotatori si sono tuffati nel Chicago River, simbolo per decenni di degrado e inquinamento.
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PPer la prima volta in 98 anni, centinaia di nuotatori si sono tuffati nelle acque del Chicago River, simbolo per decenni di degrado e inquinamento. Domenica 21 settembre oltre 300 persone hanno partecipato alla prima edizione della Chicago River Swim, un evento che non ha solo valore sportivo ma anche sociale, con l’obiettivo di raccogliere fondi per la ricerca sulla SLA e per programmi di educazione al nuoto destinati ai giovani.
Dal fiume “fogna” al ritorno alla vita
Per gran parte del Novecento il Chicago River era un corso d’acqua ostaggio di scarichi industriali, reflui urbani e carcasse provenienti dai grandi macelli cittadini. L’odore e la contaminazione lo resero impraticabile, tanto che nel 1900 la città invertì il flusso del fiume per evitare che le acque inquinate raggiungessero il Lago Michigan, fonte principale di approvvigionamento idrico. La svolta arrivò negli anni ’70 con il Clean Water Act e la nascita dell’Environmental Protection Agency (EPA), che introdussero regole più severe sull’inquinamento idrico.

Negli anni successivi, associazioni come Friends of the Chicago River, fondata nel 1979, hanno guidato un processo di rinascita, affiancando interventi infrastrutturali come il Deep Tunnel, l’enorme sistema sotterraneo che ha permesso di deviare e trattare le acque reflue. A partire dagli anni 2000, il fiume ha iniziato a rispettare gli standard di balneabilità fissati dall’EPA, aprendo la strada a un nuovo immaginario: non più un “fiume fogna”, ma uno spazio urbano da vivere.
Il valore simbolico della prima nuotata
L’evento del 21 settembre, organizzato da A Long Swim, ha trasformato un tratto del fiume in un’arena sportiva a cielo aperto, con spettatori assiepati lungo il Riverwalk. Tra i partecipanti anche Olivia Smoliga, olimpionica di nuoto dorsista, che ha definito l’esperienza “storica” e capace di offrire un punto di vista inedito sulla città.
Oltre allo sport, la Chicago River Swim ha avuto una forte dimensione solidale: sono stati raccolti 150.000 dollari per la ricerca sulla SLA della Northwestern University e altri 50.000 dollari per programmi di sicurezza acquatica rivolti a 2.000 ragazzi. Un modo concreto per trasformare la passione per il nuoto in sostegno alla comunità.
Un fiume che unisce città e natura
Negli ultimi anni il fiume è diventato anche un polo di biodiversità: sono tornati decine di specie di pesci, castori e tartarughe. Iniziative come la Wild Mile, il parco galleggiante gestito da Urban Rivers, testimoniano come il corso d’acqua sia ormai parte integrante della vita urbana. Bar, piste ciclabili e ristoranti lungo il Riverwalk hanno ridato al fiume un ruolo centrale nell’identità della città.

Se un tempo nuotare nel Chicago River era impensabile, oggi la sua rinascita è un simbolo di resilienza ambientale e civica. Gli organizzatori sperano che l’evento diventi annuale e che ispiri altre città americane a riaprire i loro fiumi alla balneabilità, proprio come avvenuto a Parigi con la Senna e come si sta progettando a Roma con il Tevere. La storia del Chicago River dimostra che anche le acque più compromesse possono tornare a nuova vita, se sostenute da volontà politica, investimenti e partecipazione collettiva.