L’Italia accelera sulla forestazione: nel 2024 oltre 3 milioni di nuove piante
I numeri della forestazione in Italia nel 2024: cosa rivela la quinta edizione dell’Atlante delle Foreste di Legambiente e AzzeroCO2.
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LL’Italia accelera sulla forestazione: nel 2024 sono stati messi a dimora oltre 3 milioni di alberi, pari a quasi 4.000 ettari di nuove aree verdi. Non è un gesto simbolico, ma un investimento in capitale naturale capace di generare più di 20 milioni di euro l’anno in servizi ecosistemici per ciascun anno di vita degli impianti. A dirlo è la quinta edizione dell’Atlante delle Foreste di Legambiente e AzzeroCO2 con Compagnia delle Foreste per Il Sole 24 Ore, che fotografa 294 interventi pubblici e privati in contesti urbani, periurbani e parchi, traducendo in valore economico e sociale i benefici delle nuove infrastrutture verdi.
Quanto vale un bosco? I benefici della forestazione
La forestazione conviene. La mitigazione degli eventi estremi e la regolazione di aria e suolo hanno un valore stimato di 2.202,9 euro per ettaro/anno; il valore socio-culturale, che comprende turismo e fruizione, pesa per altri 639,2 euro per ettaro/anno; il cosiddetto valore di lascito – la garanzia di consegnare ecosistemi sani alle generazioni future – aggiunge 2.342,5 euro per ettaro/anno. Numeri che spiegano perché l’albero è a tutti gli effetti un’infrastruttura, non un arredo.

Contro il surriscaldamento urbano, le piante riducono la temperatura al suolo fino a 8°C. Un albero maturo, in condizioni urbane temperate, assorbe in media 10–20 kg di CO₂ l’anno. Un piccolo parco di poche decine di ettari può compensare la CO₂ emessa da circa 100 auto a benzina Euro 6. Un ettaro di foresta urbana rimuove in media 17 kg/anno di PM10 e 35,7 kg/anno di ozono troposferico, mentre una foresta periurbana può assorbire fino a 1.005 kg di carbonio per ettaro/anno. È la prova che la messa a dimora, integrata a politiche climatiche ambiziose, rende le città più resilienti, salubri e vivibili.
Dove si pianta? Le regioni in corsa e le città metropolitane motori del 2024
Nel 2024 l’impulso principale arriva dalle Città metropolitane, spinte da Decreto Clima e PNRR. In testa Messina con 357.612 nuove piante e Roma con 265.501, seguite da Reggio Calabria, Cagliari e Napoli. Sul fronte regionale guida ancora il Trentino-Alto Adige con oltre 748 mila nuove piante, seguito dalla Basilicata con più di 539 mila.

Il Veneto sale al terzo posto, già operativo – insieme al Friuli-Venezia Giulia – con il nuovo CSR 2023-2027. In diverse regioni si registra una pausa congiunturale: tra la chiusura del PSR 2014-2022 e l’avvio dei nuovi piani, molti bandi sono in transizione. La Liguria conferma la scelta di non finanziare nuovi impianti, forte dell’elevata copertura boschiva.
Gli investimenti pubblici crescono del 31%, trainati dal PNRR. Rallenta invece il contributo volontario delle imprese: –72% rispetto al 2023, pari a 40.852 alberi. Non è un disimpegno, segnala l’Atlante, ma un cambio di strategia: molte aziende spostano la Corporate Social Responsibility da semplici piantumazioni a progetti di rigenerazione e tutela che valorizzano biodiversità, suoli e acqua, con impatti ecologici e sociali più profondi, sebbene meno “contabili” in numero di piante.
Dalla buca alla cura: il vero costo è la sopravvivenza
Piantare non basta. La crisi climatica aumenta stress idrico e ondate di calore, alzando la mortalità delle giovani piante. Per trasformare l’investimento in rendimenti duraturi occorrono progettazione e manutenzione: analisi di suolo e microclima per scegliere le specie giuste, preparazione del sito, piani di irrigazione di soccorso nei periodi siccitosi, sfalci per contenere le infestanti, monitoraggio e sostituzioni. È questo “costo di esercizio” che decide se un intervento diventerà davvero un’infrastruttura verde capace di generare benefici ecologici, economici e paesaggistici nel tempo.
La quinta edizione dell’Atlante conferma che la forestazione è una risposta efficace ed economica alla crisi climatica, ma invita a spostare il focus dall’atto della piantumazione alla funzionalità ecosistemica. Più che contare gli alberi, serve farli crescere bene, legando gli impianti a corridoi ecologici, gestione adattiva e sistemi di monitoraggio trasparenti. È lo spirito con cui Legambiente rilancia la Festa dell’Albero dal 21 al 23 novembre: creare nuovi polmoni verdi e curare quelli esistenti, perché ogni albero in più mitiga il clima, migliora l’aria, protegge il suolo e rende le nostre città più belle e vivibili.