Il “Serpente ciclabile” di Copenaghen: 10 del ponte che ha cambiato la mobilità urbana

Il Cykelslangen, conosciuto in tutto il mondo come il Serpente ciclabile, è uno dei simboli della mobilità sostenibile di Copenaghen.

Il “Serpente ciclabile” di Copenaghen: 10 del ponte che ha cambiato la mobilità urbana

NNel cuore del porto di Copenaghen si snoda una passerella arancione sospesa sull’acqua: il Cykelslangen, conosciuto in tutto il mondo come il Serpente ciclabile. Inaugurato nel 2014, questo ponte dedicato alle biciclette ha compiuto dieci anni ed è ormai considerato uno dei simboli della mobilità sostenibile della capitale danese. La sua funzione non è solo pratica, ma anche culturale e urbanistica: ha contribuito a ridefinire l’identità di un’area un tempo degradata, trasformandola in uno dei quartieri più vivaci e attrattivi della città.

Un’infrastruttura pensata per ciclisti e pedoni

Il Serpente ciclabile è lungo 220 metri, largo 4, e sospeso sopra le acque che separano le isole di Sjælland e Amager. La sua forma sinuosa non è solo un dettaglio estetico, ma una precisa scelta progettuale: curve dolci che allungano il tracciato e riducono l’inclinazione, rendendo più sicura la pedalata anche a chi usa le cargo bike. La pista è stata realizzata per separare il traffico ciclabile da quello pedonale, migliorando la sicurezza e la fluidità degli spostamenti. Sotto la struttura, inoltre, i pedoni trovano riparo dalla pioggia, un effetto indotto che ne ha aumentato l’utilità.

Il “Serpente ciclabile”, dai quartieri degradati a un’attrazione turistica

Il porto di Copenaghen, fino a pochi anni fa zona marginale e trascurata, ha conosciuto una profonda riqualificazione urbana. La costruzione del ponte, firmata dallo studio Dissing+Weitling con la collaborazione del Ramboll Group, è stata parte di un progetto più ampio che ha restituito vitalità a quest’area. Oggi, attraversare il Serpente in bici è un’esperienza che attrae turisti e cittadini, offrendo una prospettiva unica sul paesaggio urbano e sui moderni grattacieli lungo il porto.

Il "Serpente ciclabile" nel porto di Copenhagen
© Dissing+Weitling

Il ponte era stato progettato per accogliere circa 12.500 ciclisti al giorno, ma già dopo un anno dall’apertura ne passavano oltre 20.000. Un successo che ha superato ogni aspettativa, tanto da renderlo una delle prime vere “superstrade per biciclette” della città. Il progetto ha richiesto un investimento di circa 6 milioni di euro, che si aggiungono ai circa 15 milioni di euro che ogni anno l’amministrazione comunale investe nella ciclabilità. A distanza di dieci anni, il Cykelslangen è diventato anche un riferimento internazionale per chi studia come le infrastrutture ciclabili possano trasformare lo spazio urbano.

Copenaghen, capitale mondiale della bicicletta

Oggi, nella capitale danese, il 49% degli spostamenti avviene in bicicletta, a un passo dall’obiettivo del 50% fissato per il 2025. Il Serpente ciclabile ha contribuito a consolidare questo primato, dimostrando che le infrastrutture ben progettate non solo facilitano gli spostamenti, ma possono anche rigenerare interi quartieri e diventare attrazioni turistiche a pieno titolo.

Il Cykelslangen è più di un ponte: è il simbolo di un approccio urbanistico che mette al centro persone e sostenibilità. Se a Copenaghen il quartiere portuale è rinato grazie a una passerella ciclabile, in molte altre città le barriere urbane – tangenziali, strade ad alta percorrenza, aree dismesse – potrebbero essere ripensate con lo stesso principio: restituire spazi alle persone attraverso infrastrutture accessibili, sicure e capaci di trasformare un “non luogo” in un punto di incontro e di vita urbana.

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