Clima, l’appello di Guterres ai leader mondiali: “Negare la crisi climatica non la farà sparire”

Il conto alla rovescia verso la COP30 è iniziato con un appello del segretario generale dell’ONU António Guterres.

Clima, l’appello di Guterres ai leader mondiali: “Negare la crisi climatica non la farà sparire”

IIl conto alla rovescia verso la COP30 è ufficialmente iniziato con un appello congiunto del presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva e del segretario generale dell’ONU António Guterres, che chiedono un’azione immediata, finanziamenti concreti e una giusta transizione energetica globale. L’obiettivo: mobilitare almeno 1.300 miliardi di dollari all’anno entro il 2035 per sostenere i Paesi in via di sviluppo nella lotta alla crisi climatica.

L’incontro virtuale ad alto livello che ha riunito 17 leader nazionali, comprese le principali economie e le nazioni più vulnerabili, ha segnato una tappa fondamentale in vista della Conferenza delle Parti (COP30) che si terrà in Brasile a novembre. Guterres ha esortato i Paesi a presentarsi con una “roadmap credibile”, capace di colmare il divario tra promesse e azioni, sottolineando che «il mondo è stufo di impegni non mantenuti».

Uno dei punti chiave emersi dal vertice riguarda l’iniqua distribuzione delle risorse per la transizione energetica. A fronte del fatto che l’Africa ospita il 60% del potenziale solare globale, solo l’1,5% della capacità fotovoltaica è installata nel continente. Inoltre, riceve appena il 2% degli investimenti globali nelle energie rinnovabili. Una situazione che riflette il profondo squilibrio tra responsabilità storiche e impatti attuali del cambiamento climatico.

Lula ha sottolineato la necessità di una mobilitazione globale, definendo la COP30 come un “mutirão”, parola indigena che in Brasile indica uno sforzo collettivo per raggiungere un obiettivo comune. Il presidente ha chiesto aggiornamenti ambiziosi dei Nationally Determined Contributions (NDC), da presentare entro il 2035. Il Brasile ha già annunciato un piano per ridurre le proprie emissioni tra il 59% e il 67%, estendendo le misure a tutti i settori e gas serra.

Durante l’incontro, Guterres ha riconosciuto l’impegno di diversi leader ad aggiornare i loro NDC, incluso il presidente cinese Xi Jinping, che ha confermato la copertura di tutti i settori e gas a effetto serra da parte del nuovo piano della Cina. «Nessun governo può fermare la rivoluzione dell’energia pulita – ha detto il Segretario generale –. È un’opportunità economica, di giustizia e di sopravvivenza».

Il Brasile ha inoltre proposto un “bilancio etico” globale sul clima e il lancio del Fondo “Foresta tropicale per sempre”, destinato a premiare i Paesi che proteggono le proprie aree forestali. Questo fondo si inserisce nell’ambito di una più ampia strategia che include la lotta contro la fame e la povertà, la fine della deforestazione, l’aumento dell’efficienza energetica e la progressiva eliminazione dei combustibili fossili.

Ma per attuare tutto questo servono risorse. Guterres ha ribadito la richiesta ai Paesi sviluppati di raddoppiare i fondi per l’adattamento climatico a 40 miliardi di dollari all’anno entro il 2025 e ha indicato l’urgenza di attivare nuovi meccanismi di finanziamento per rispondere a perdite e danni nei Paesi più colpiti.

La produzione di energia rinnovabile è l’opportunità economica del secolo“, ha affermato il segretario generale dell’ONU. “I costi sono crollati, l’energia pulita sta creando lavoro e sicurezza. La scienza è dalla nostra parte, l’economia è cambiata. Ora serve solo la volontà politica“.

Un patto globale per una transizione giusta

Lula ha evidenziato che la transizione climatica non può prescindere da giustizia sociale: “Non possiamo parlare di transizione giusta senza includere le voci storicamente escluse: donne, popolazioni indigene, comunità nere e il Sud del mondo“.

Secondo Marina Silva, ministra dell’ambiente, il Brasile si prepara a guidare questo processo inclusivo con una serie di eventi e alleanze che coinvolgano giovani, scienziati, leader religiosi e rappresentanti delle comunità locali, con l’obiettivo di costruire un nuovo patto ambientale globale.

La COP30 potrebbe dunque diventare non solo un momento di verifica degli impegni passati, ma soprattutto l’occasione per rilanciare una nuova agenda climatica globale, basata sulla solidarietà, sull’equità e sulla volontà concreta di evitare il superamento della soglia critica di +1,5 °C rispetto ai livelli preindustriali.

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