Eventi climatici estremi: nel 2024 danni globali da 318 miliardi di dollari. E il 2025 potrebbe essere ancora peggiore

Nel 2024 gli eventi naturali e climatici estremi hanno causato perdite economiche globali pari a 318 miliardi di dollari.

Eventi climatici estremi: nel 2024 danni globali da 318 miliardi di dollari. E il 2025 potrebbe essere ancora peggiore

NNel 2024 le catastrofi naturali e climatiche hanno causato perdite economiche globali pari a 318 miliardi di dollari, il valore più alto registrato dal 2017. Lo rivela l’ultimo rapporto sigma dell’istituto assicurativo Swiss Re, che fotografa una realtà sempre più chiara: i danni legati agli eventi climatici estremi stanno crescendo in modo strutturale, anno dopo anno, alimentati dalla crescente esposizione al rischio e dall’intensificarsi degli impatti del cambiamento climatico.

Una nuova normalità: le perdite assicurate crescono del 5-7% ogni anno

Le cifre parlano chiaro. In media le perdite assicurate da catastrofi naturali aumentano del 5-7% annuo, una tendenza ormai consolidata e destinata a proseguire. Solo nel 2024, i danni assicurati hanno raggiunto i 137 miliardi di dollari, mentre 181 miliardi di danni non erano coperti da alcuna polizza, lasciando scoperto il 57% del totale. Un dato che evidenzia il persistente protection gap, ovvero il divario tra le perdite subite e quelle effettivamente coperte da assicurazioni, presente anche nei paesi economicamente più avanzati.

L’impatto dei disastri climatici non si limita più a eventi eccezionali: sono diventati una componente strutturale dei bilanci economici, incidendo per lo 0,3% sul PIL mondiale. Questo significa che a livello assicurativo, le perdite del 2024 rappresentano il 6,1% dei premi globali del ramo property.

Tempeste e uragani tra i maggiori responsabili

A trainare le perdite assicurate del 2024 sono stati i cosiddetti pericoli secondari, come le tempeste convettive severe, responsabili del 59% dei danni assicurati. Ma non sono mancati i grandi eventi: gli uragani Helene e Milton hanno provocato da soli 113 miliardi di perdite totali, di cui 44 miliardi assicurati, negli Stati Uniti. L’uragano Helene, in particolare, ha causato gravi inondazioni in aree montuose poco protette.

Le alluvioni sono tornate protagoniste in Europa e non solo. A Valencia un singolo evento ha generato 4,7 miliardi di dollari di danni assicurati, diventando l’alluvione più costosa del 2024 a livello globale. Fenomeni simili, aggravati da urbanizzazione e infrastrutture inadeguate, hanno colpito anche Brasile ed Emirati Arabi Uniti, segnando record nazionali negativi.

Cosa aspettarsi per il 2025: rischio di un “anno da 300 miliardi”

Le previsioni per il 2025 non lasciano spazio all’ottimismo. Se le tendenze attuali si confermeranno, Swiss Re stima che le perdite assicurate da eventi climatici estremi raggiungeranno i 145 miliardi di dollari. Ma lo scenario peggiore – definito peak loss year – non è da escludere: c’è una probabilità del 10% che si superino i 300 miliardi di dollari di danni assicurati, in caso di eventi catastrofici di grande portata, come un uragano di categoria 5 su Miami o un forte terremoto in un’area densamente popolata come Tokyo.

Nonostante la buona capitalizzazione del sistema assicurativo globale (circa 500 miliardi di dollari di capitale riassicurativo e 1.800 miliardi nel ramo property & casualty), la resilienza futura non può basarsi solo sulla capacità finanziaria. Secondo Swiss Re, servono misure di prevenzione e adattamento che riducano la vulnerabilità delle comunità, delle infrastrutture e dei sistemi produttivi agli effetti dei disastri naturali.

Gli eventi climatici estremi sono sempre più frequenti e distruttivi, e il sistema assicurativo da solo non può più bastare. Rendere obbligatorie le coperture assicurative in aree ad alto rischio, migliorare la resilienza urbana, promuovere l’adattamento climatico e rafforzare la protezione degli ecosistemi sono azioni urgenti. Solo così sarà possibile affrontare l’aumento dei costi economici e umani legati alla crisi climatica.

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