Le api e le farfalle europee verso l’estinzione: a rischio la sicurezza alimentare e la biodiversità
In Europa, gli impollinatori selvatici come api, farfalle e sirfidi stanno scomparendo a un ritmo allarmante. I dati più recenti.
Altre news
LL’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) ha lanciato un nuovo e preoccupante avvertimento: in Europa, gli impollinatori selvatici — come api, farfalle e sirfidi — stanno scomparendo a un ritmo allarmante. La nuova Lista Rossa delle specie minacciate registra quasi 100 specie di api selvatiche in più tra quelle considerate a rischio rispetto al 2014. In totale almeno 172 specie su 1.928 sono oggi minacciate di estinzione, pari al 10% del totale.
Il quadro è ancora più grave per le farfalle: il 15% delle specie europee (65 su 442 valutate) rischia di scomparire, e oltre il 40% di quelle endemiche — cioè presenti solo in Europa — è già in una condizione di minaccia o prossima alla minaccia. La farfalla Pieris wollastoni di Madeira è invece stata dichiarata ufficialmente estinta.
Impollinatori: un collasso che riguarda anche noi
Secondo la direttrice generale dell’IUCN, Grethel Aguilar, la crisi degli impollinatori non riguarda solo la biodiversità, ma la sicurezza alimentare, l’economia e la salute umana. Quattro colture su cinque nell’Unione Europea dipendono dall’impollinazione degli insetti. Senza api selvatiche, bombi e farfalle, intere filiere agricole — dai legumi alle colture oleaginose fino alla frutta — rischiano il collasso.

Perché le api stanno scomparendo?
I dati raccolti dalla IUCN indicano tre cause principali:
-
Perdita e frammentazione degli habitat naturali, dovute all’urbanizzazione e all’abbandono dei paesaggi rurali tradizionali.
-
Agricoltura intensiva, uso massiccio di fertilizzanti e pesticidi che riducono la biodiversità floreale e avvelenano gli insetti.
- Cambiamenti climatici, che alterano i cicli di fioritura, generano siccità e ondate di calore, destabilizzando gli ecosistemi.
Tra le specie più colpite, la Dufourea minuta, un’ape un tempo comune nelle pianure dell’Europa centrale, oggi quasi scomparsa, e il Pseudochazara williamsi, farfalla relegata a pochissime aree montuose della Spagna e in pericolo critico.
Le api domestiche non basteranno a salvarci
Un elemento spesso ignorato è che le api da miele, allevate per la produzione e gestite a scopo agricolo, rappresentano meno dell’1% delle specie di impollinatori. Non possono sostituire il ruolo ecologico delle api selvatiche, estremamente diverse per comportamento, interazioni con le piante e capacità di adattamento.

La risposta europea: monitoraggio sì, ma servono azioni concrete
L’Unione Europea ha avviato un sistema di monitoraggio degli impollinatori legato al Regolamento sul ripristino della natura, ma gli esperti avvertono che non basta misurare il declino: bisogna invertire la rotta. In questa direzione si muove anche il progetto europeo LIFE Pollinators, che coinvolge aree urbane e periurbane per creare nuovi corridoi ecologici e spazi fioriti, con la partecipazione di università, parchi naturali e strutture zoologiche.
Secondo l’esperto di biodiversità Denis Michez, fino al 90% delle piante da fiore europee dipende dall’impollinazione animale. La perdita delle api selvatiche provocherebbe il declino di orchidee spontanee, prati fioriti, ecosistemi alpini e rurali. E con essi, pezzi interi del nostro paesaggio, della cultura agricola tradizionale e dell’economia alimentare europea.
Proteggere le api significa proteggere noi stessi. L’allarme lanciato dall’IUCN non è solo un richiamo ambientale, ma un avvertimento sulla fragilità del nostro sistema alimentare. Ogni fiore che scompare, ogni campo che si impoverisce di vita, ci avvicina a un punto di non ritorno.