Francia condannata per contaminazione da pesticidi: sentenza storica a Parigi
La condanna è frutto dell’azione legale di associazioni ambientaliste che hanno denunciato l’uso massiccio e poco controllato di pesticidi.
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IIl 3 settembre 2025 la Corte d’appello di Parigi ha emesso una sentenza che segna una svolta epocale: lo Stato francese è stato riconosciuto responsabile della contaminazione diffusa e cronica di suoli e acque dovuta ai pesticidi. La decisione, arrivata due anni dopo la prima condanna del 2023, rafforza il principio di precauzione e potrebbe rivoluzionare l’intera politica europea in materia di fitosanitari.
Francia e pesticidi, la causa “Justice pour le Vivant”
La condanna è frutto dell’azione legale Justice pour le Vivant, portata avanti da cinque associazioni ambientaliste – tra cui Pollinis, Notre affaire à tous e Aspas – che hanno denunciato l’uso massiccio e poco controllato di pesticidi in Francia. La corte ha parlato esplicitamente di “danno ecologico” con effetti anche sulla salute umana.
Nel mirino dei giudici c’è l’Anses (Agenzia nazionale per la sicurezza sanitaria), accusata di non aver aggiornato le valutazioni dei pesticidi in base alle più recenti conoscenze scientifiche. Non sono stati considerati, ad esempio, gli effetti cronici a basse dosi, gli impatti sub-letali su mobilità e riproduzione, né i cosiddetti effetti cocktail dovuti alla combinazione di più sostanze.
Pesticidi in Francia, riesame per oltre 2.500 pesticidi
La corte ha ordinato un riesame delle autorizzazioni già concesse entro 24 mesi. Oltre 2.500 prodotti dovranno essere rivalutati, con la possibilità che molti vengano ritirati dal mercato. «È una vittoria rivoluzionaria per la biodiversità», ha commentato Mathis Buis di Pollinis.

La sentenza richiama l’urgenza di proteggere le specie non bersaglio, cioè quelle che non dovrebbero essere colpite dai pesticidi ma che, secondo studi recenti, subiscono effetti dannosi. Non si tratta, sottolineano gli ambientalisti, di un attacco agli agricoltori, ma di un allineamento del diritto francese a quello europeo.
Un precedente per l’Europa
Rispetto al primo grado, che si era limitato a chiedere misure di riparazione, la Corte d’appello è andata oltre, imponendo la revisione dei protocolli. Ora, dopo la sentenza, le associazioni sperano che il governo non ricorra in Cassazione e che decida di attuare rapidamente le disposizioni.
Per gli esperti si tratta di un precedente storico, che non solo potrebbe portare al ritiro di centinaia di pesticidi, ma che riafferma l’obbligo degli Stati di rispettare le evidenze scientifiche e il principio di precauzione. Un segnale, questo, che potrebbe influenzare le future politiche ambientali dell’intera Unione Europea.