Ecosistema Urbano 2025: città italiane ferme, Trento torna in testa ma il cambiamento non decolla

Le città italiane sono sempre più in affanno nel raggiungere performance ambientali sostenibili. Lo conferma il rapporto Ecosistema Urbano.

Ecosistema Urbano 2025: città italiane ferme, Trento torna in testa ma il cambiamento non decolla

IIl nuovo rapporto Ecosistema Urbano di Legambiente e Ambiente Italia, giunto alla sua 32ª edizione, conferma una fotografia poco incoraggiante delle città italiane. Su 106 capoluoghi analizzati attraverso 19 indicatori suddivisi in cinque macroaree — aria, acqua, rifiuti, mobilità e ambiente urbano — emerge un quadro di sostanziale stagnazione, con più segnali negativi che progressi.

Aria, acqua e mobilità: miglioramenti lenti e segnali d’allarme nelle città italiane

La qualità dell’aria resta una delle criticità principali. Tra i quattro parametri monitorati (PM10, PM2.5, ozono e NO₂), solo quest’ultimo mostra un leggero miglioramento. Nel frattempo, le auto continuano ad aumentare: siamo arrivati a 68,1 veicoli ogni 100 abitanti, un valore tra i più alti d’Europa, segno di una mobilità ancora troppo dipendente dall’uso privato dell’automobile.

Ecosistema Urbano 2025: città italiane ferme, Trento torna in testa
© Pexels

Sul fronte dell’acqua, si registra un piccolo passo avanti: le perdite idriche scendono dal 36,3% al 36,1%. Un dato ancora grave, ma simbolico di un’attenzione crescente verso la modernizzazione delle reti. Pavia continua a distinguersi come la città più efficiente, con appena il 10,2% di perdite.

Tra le note positive, spicca la raccolta differenziata, che per la prima volta supera mediamente il 65% a livello nazionale. Ferrara guida ancora la classifica con un impressionante 88,3%. Al contrario, peggiora la situazione degli spazi pedonali, delle ZTL e delle piste ciclabili, che si riducono leggermente in molte città, segno di una frenata nelle politiche di mobilità sostenibile.

Trento al primo posto tra le città italiane: vince per equilibrio e strategia

La classifica generale vede il ritorno di Trento in cima, seguita da Mantova e Bergamo. A fare la differenza per Trento non è un singolo primato, ma la capacità di mantenere buone performance su quasi tutti gli indicatori e ottenere bonus strategici, soprattutto su energia e politiche di adattamento climatico.

Nella top ten entrano anche Bolzano, Bologna e Rimini, mentre escono Cremona e Treviso, che scivola al 13° posto.

Alcuni grandi centri urbani mostrano lievi miglioramenti: Firenze, Genova, Torino e Bari risalgono di qualche posizione. Milano e Roma arretrano leggermente, piazzandosi rispettivamente al 57° e 66° posto. La situazione più critica resta quella delle città del Sud: Catania è al 100° posto, Palermo al 101° e Napoli al 103°.

La sfida che manca: trasformare i segnali in una vera strategia

Il rapporto mette in luce un dato chiaro: mancano visione e continuità nelle politiche urbane. Non basta migliorare la raccolta differenziata o limitare le perdite idriche: serve un cambio di rotta strutturale su mobilità, qualità dell’aria e gestione degli spazi pubblici. La transizione ecologica, almeno a livello urbano, in Italia è ancora un percorso a ostacoli.

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