Il cestino che funziona con l’intelligenza artificiale: il progetto di Ameru

L’intelligenza artificiale applicata a un semplice gesto che tutti facciamo quotidianamente: gettare un rifiuto nel cestino.

Il cestino che funziona con l’intelligenza artificiale: il progetto di Ameru

UUn cestino intelligente capace di riconoscere i rifiuti e smistarli in autonomia. È l’idea innovativa sviluppata da Ameru, una startup con sede a Singapore, che ha un obiettivo ambizioso: trasformare il gesto quotidiano di gettare la spazzatura in un’azione sostenibile ed efficiente grazie all’intelligenza artificiale.

Come funziona Ameru

Alla base del sistema c’è un sofisticato algoritmo di computer vision e machine learning, supportato da chip Nvidia. Quando l’utente avvicina un oggetto al cestino, una fotocamera da 8 megapixel lo scansiona. Il sistema riconosce in tempo reale il tipo di rifiuto e attiva automaticamente il meccanismo di smistamento: il coperchio si inclina e il rifiuto finisce nello scomparto corretto.

Il cestino è realizzato in acciaio inox e dispone di quattro contenitori da 80 litri ciascuno, dedicati rispettivamente a plastica, carta, metallo e rifiuti organici. Riesce a distinguere oltre 90 categorie di materiali con un’accuratezza superiore al 95%, e il suo sistema di riconoscimento migliora nel tempo adattandosi al contesto in cui è collocato.

Il cestino che funziona con l'intelligenza artificiale: il progetto di Ameru
© Ameru.ai

Il cestino intelligente: feedback, dati e app mobile

Oltre allo smistamento automatico, Ameru offre anche un display integrato per il feedback. Gli utenti possono segnalare eventuali errori, contribuendo così ad affinare l’algoritmo. Inoltre, grazie a una applicazione mobile, è possibile monitorare i propri comportamenti di smaltimento e ricevere report dettagliati sull’impatto ambientale personale.

Il dispositivo è in fase di pre-ordine a partire da 4.000 euro + IVA, ed è pensato soprattutto per uffici, scuole, spazi pubblici e aziende che vogliono migliorare la loro impronta ecologica.

Ameru, il cestino smart nato tra i banchi di scuola

Ameru è il frutto dell’ingegno di Tajrian, un giovane ingegnere di soli 20 anni, che ha sviluppato il primo prototipo mentre era ancora studente. In breve tempo il progetto ha attirato l’interesse di investitori e organizzazioni ambientaliste, diventando un simbolo della nuova frontiera del riciclo automatizzato.

“Molti errori nella raccolta differenziata sono causati da scarsa informazione o distrazione”, ha spiegato Tajrian. “Con Ameru vogliamo eliminare l’incertezza e rendere il riciclo accessibile e automatico per tutti”.

Una tecnologia pensata per le città intelligenti

L’obiettivo di Ameru è quello di diffondersi in tutte le smart cities del mondo, contribuendo alla riduzione dell’inquinamento da rifiuti mal gestiti e alla costruzione di un futuro più consapevole e sostenibile. Un piccolo gesto, reso intelligente dalla tecnologia, che potrebbe avere un grande impatto sull’ambiente.

rimaniamo in contatto

Per ricevere aggiornamenti lasciaci il tuo indirizzo email

Consigliati per te
Brasile, Lula tra clima e petrolio: via libera alle trivellazioni di Petrobras al largo dell’Amazzonia
Brasile, Lula tra clima e petrolio: via libera alle trivellazioni di Petrobras al largo dell’Amazzonia

Il presidente Lula sostiene il progetto, certo che i ricavi del petrolio serviranno a finanziare la transizione energetica del Brasile.

Ecosistema Urbano 2025: città italiane ferme, Trento torna in testa ma il cambiamento non decolla
Ecosistema Urbano 2025: città italiane ferme, Trento torna in testa ma il cambiamento non decolla

Le città italiane sono sempre più in affanno nel raggiungere performance ambientali sostenibili. Lo conferma il rapporto Ecosistema Urbano.

Global Hunger Index 2025: oltre 295 milioni di persone in fame acuta, la guerra trasforma il cibo in un’arma
Global Hunger Index 2025: oltre 295 milioni di persone in fame acuta, la guerra trasforma il cibo in un’arma

Oltre 295 milioni di persone nel mondo vivono in condizioni di fame acuta. In 42 Paesi la situazione è definita critica.

iscriviti alla newsletter