Sacchetti di plastica al bando: sulle spiagge il 47% di rifiuti in meno
Senza i sacchetti di plastica, nelle spiagge ci sarebbe il 47% dei rifiuti in meno. Lo rivela un nuovo studio dell’Università del Delaware.
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IIn un mondo sempre più invaso dai rifiuti i sacchetti di plastica si confermano tra i principali responsabili dell’inquinamento costiero. A dirlo è un nuovo studio congiunto dell’Università del Delaware e della Columbia University, pubblicato sulla rivista Science, che ha analizzato l’efficacia dei divieti e delle tasse sui sacchetti di plastica in diverse aree degli Stati Uniti.
Senza i sacchetti, le spiagge avrebbero fino al 47% di rifiuti in meno: questo il risultato più netto emerso dalla ricerca, che si basa su un’analisi approfondita dei dati raccolti da migliaia di interventi di pulizia condotti da volontari tra il 2016 e il 2023.
Una montagna di dati, raccolti volontariamente
La base dello studio è il database TIDES, alimentato dai dati raccolti tramite l’app Clean Swell da parte di migliaia di volontari impegnati nella pulizia di oltre 45.000 spiagge e coste fluviali negli Stati Uniti. Questi dati hanno permesso ai ricercatori di confrontare la quantità relativa di sacchetti di plastica prima e dopo l’introduzione di specifiche politiche locali, e di metterle in relazione con aree simili dove tali politiche non sono mai state adottate.
Il risultato è chiaro: nelle zone dove sono in vigore divieti o tasse, la percentuale di sacchetti di plastica tra i rifiuti raccolti è inferiore dal 25% al 47% rispetto alle zone prive di interventi normativi. Questo dato è particolarmente rilevante alla luce dell’aumento globale dell’inquinamento da plastica, che rende ancora più difficile ottenere risultati significativi.

I divieti per i sacchetti di plastica funzionano, ma non sono la soluzione definitiva
Lo studio ha mostrato anche un altro dato importante: la percentuale di sacchetti di plastica tra i rifiuti è comunque in aumento, anche nelle aree con divieti. Tuttavia, l’aumento è più contenuto rispetto alle aree prive di regolamentazioni. Questo dimostra che le politiche pubbliche possono essere efficaci, anche se non riescono a invertire da sole la tendenza generale.
L’efficacia di un divieto dipende anche dalla sua estensione. I divieti statali hanno un impatto maggiore rispetto a quelli municipali, poiché la plastica può viaggiare per centinaia di chilometri sospinta dal vento o trascinata dai fiumi. Le politiche più ampie riducono così la possibilità che rifiuti plastici si spostino da aree senza restrizioni verso quelle più protette.
Per verificare se la diminuzione dei sacchetti fosse dovuta a una generica maggiore attenzione ambientale, i ricercatori hanno esaminato altri rifiuti di plastica come cannucce e bottigliette. Risultato? La loro presenza non è diminuita in modo simile a quella dei sacchetti, suggerendo che sono proprio i divieti mirati a determinare la riduzione.

In assenza di una legge federale come quella presente in Europa, negli Stati Uniti sono solo una decina gli stati che hanno introdotto limiti sull’uso dei sacchetti, a cui si aggiungono alcune città. In Europa, invece, la legislazione è più uniforme e prevede l’uso di sacchetti compostabili industrialmente o riutilizzabili.
Sacchetti di plastica, un problema globale e persistente
Ogni anno vengono usati centinaia di miliardi di sacchetti di plastica nel mondo. Una volta dispersi nell’ambiente, impiegano decenni o secoli a degradarsi. Durante questo processo si frammentano, dando origine alle microplastiche, presenti ormai in ogni angolo del pianeta. Si stima che ogni anno vengano rilasciate fino a 40 milioni di tonnellate di microplastiche, anche se le stime variano. Queste particelle sono state trovate in oltre 1300 specie animali e vegetali e si stanno accumulando anche nel corpo umano. I danni non sono ancora del tutto chiari, ma le microplastiche sono già associate a effetti fisici e chimici negativi, come l’ostruzione del tratto digestivo negli animali o l’assorbimento di sostanze tossiche.
Lo studio conferma quello che gli ambientalisti affermano da anni: i divieti e le tasse sui sacchetti di plastica non sono una panacea, ma uno strumento efficace per rallentare l’inquinamento.