L’Italia perderà 24 miliardi di euro nel 2025 per colpa del caldo di luglio
il caldo dell’estate 2025 potrebbe costare all’Italia 24 miliardi di euro in termini di Pil, pari a un calo dell’1,2%.
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LLe ondate di calore non stanno solo mettendo alla prova la resistenza fisica delle persone e la tenuta degli ecosistemi, ma anche quella dell’economia. Secondo uno studio di Allianz Trade, il caldo dell’estate 2025 potrebbe costare all’Italia 24 miliardi di euro in termini di Pil, pari a un calo dell’1,2%, più del doppio della media europea, stimata intorno allo 0,5%.
Come il caldo incide sull’economia
Il meccanismo è tanto semplice quanto preoccupante: le alte temperature riducono la produttività. A 32°C la capacità di svolgere mansioni fisiche cala del 40%, e a 38°C arriva a perdere quasi il 70%. Nel 2021, anno di riferimento per il rapporto, le ondate di calore hanno provocato la perdita di 470 miliardi di ore lavorative a livello globale.
In Europa, ogni giorno di caldo estremo sopra i 32°C equivale a mezza giornata di scioperi. L’impatto varia da Paese a Paese: – Germania: -0,1% del Pil – Spagna: -1,4% – Italia: -1,2%, equivalente a circa 24 miliardi di euro – Europa complessiva: -0,5%
Il caldo record del 2025 e la “nuova normalità” climatica
Secondo il Copernicus Climate Change Service, il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato, e giugno 2025 è stato il terzo più caldo di sempre a livello globale. Una cupola di calore ha coperto l’Europa centrale e occidentale e gli Stati Uniti negli ultimi giorni di luglio, con temperature ben oltre le medie stagionali.
Gli esperti avvertono che cambiamento climatico e ondate di calore estreme non sono più eventi eccezionali, ma rappresentano la nuova normalità. Le conseguenze non si fermano alla salute e all’ambiente: la resilienza economica viene messa costantemente alla prova, tra calo di produttività, danni alle infrastrutture e perdite nel settore agricolo.

Perché l’Italia è più esposta
L’Italia paga un prezzo più alto per diversi motivi:
- Elevata esposizione geografica al Mediterraneo, dove le ondate di calore sono più frequenti e durature
- Settori economici sensibili come agricoltura, turismo e cantieri, che dipendono dalle condizioni climatiche
- Infrastrutture urbane non sempre adeguate a resistere a temperature estreme
Il risultato è un impatto diretto sulla produttività e quindi sul Pil nazionale. Secondo le stime, la perdita di oltre l’1% del Pil equivale a 24 miliardi di euro in meno per l’economia italiana solo nel 2025.
Come adattarsi al caldo estremo
Gli economisti e i climatologi concordano su un punto: adattarsi è fondamentale. Le misure suggerite vanno dai piani di allerta e prevenzione a interventi strutturali di lungo periodo:
- Inverdimento urbano per ridurre le isole di calore nelle città
- Adattamento degli edifici e degli orari di lavoro per proteggere i lavoratori
- Infrastrutture resilienti in grado di sopportare temperature più alte
Se queste strategie non verranno implementate rapidamente, le ondate di calore rischiano di diventare un costo fisso per l’economia, oltre che una minaccia per la salute pubblica e l’ambiente.