Elefanti, custodi della biodiversità: perché la loro scomparsa riguarda tutti noi

Dai circa 12 milioni di elefanti stimati nel passato in Africa, oggi ne restano 415.000, suddivisi tra elefante di savana e di foresta.

Elefanti, custodi della biodiversità: perché la loro scomparsa riguarda tutti noi

IIl 12 agosto si è celebrata la Giornata mondiale dell’elefante (World Elephant Day), che quest’anno ha avuto come tema “Matriarche e Memorie”, e un focus sul ruolo fondamentale delle femmine adulte nella guida dei branchi: sono loro a decidere dove trovare acqua e cibo, come affrontare i pericoli e a tramandare la memoria collettiva del gruppo.

La ricorrenza è stata anche un momento per il WWF di richiamare l’attenzione sul grave declino delle popolazioni di elefanti, promuovendo azioni contro il bracconaggio, il commercio illegale di avorio, la perdita di habitat e i conflitti con l’uomo. Questi grandi mammiferi svolgono un ruolo ecologico insostituibile, contribuendo alla dispersione dei semi, alla creazione di sentieri e alla rigenerazione degli ecosistemi.

Gli elefanti asiatici: una popolazione frammentata

In Asia vivono oggi solo 8.000-11.000 esemplari in natura, distribuiti in otto Paesi e in Cina, con un areale ridotto al 5% di quello storico. Definiti “ingegneri dell’ecosistema” e “giardinieri della foresta”, modellano l’habitat a beneficio di numerose altre specie. La perdita di habitat, la frammentazione e il bracconaggio, però, ne continuano a minacciare la sopravvivenza, con alcune popolazioni ridotte a poche centinaia di individui.

Elefanti, custodi della biodiversità
© Pixabay

Esperienze di gestione positiva arrivano da India e Thailandia. In India, dove vivono 25.000-30.000 elefanti, quasi due terzi della popolazione globale, il mantenimento di questa specie in un contesto antropizzato è reso possibile da un forte quadro istituzionale e culturale che ne sostiene la conservazione. In Thailandia, sono state avviate misure per ridurre i conflitti, come risarcimenti, creazione di aree protette e coinvolgimento delle comunità locali. In Malesia, un esperimento ha testato l’uso di suoni minacciosi (ruggito di tigre, ronzio di api) per allontanare gli elefanti dalle coltivazioni.

Gli elefanti africani: una perdita drammatica

In Africa, in un secolo, si è perso oltre il 90% della popolazione. Dai circa 12 milioni di elefanti stimati nel passato, oggi ne restano 415.000, suddivisi tra elefante di savana (Loxodonta africana, “in pericolo”) e elefante di foresta (Loxodonta cyclotis, “in pericolo critico”). Il bracconaggio per l’avorio e i conflitti con le comunità locali sono le principali minacce, aggravate dalla deforestazione e dalla scarsità di risorse.

L’impegno del WWF

Il WWF opera da oltre 30 anni in Africa e Asia per la conservazione degli elefanti. In Africa centrale, grazie al progetto “Una foresta per gli elefanti”, si stanno potenziando attività di monitoraggio, antibracconaggio e convivenza uomo-elefante, adottando l’approccio SAFE (Sicurezza per persone e fauna, protezione proprietà e habitat, monitoraggio efficace).

Elefanti, custodi della biodiversità
© Pixabay

Uno studio condotto tra Kenya e Tanzania ha rivelato che il legame culturale con gli elefanti influenza positivamente l’atteggiamento verso la loro protezione. Migliorare la convivenza significa quindi valorizzare i legami culturali, investire nel benessere delle comunità locali e adottare strategie che considerino l’intero ecosistema.

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