Norvegia, la rivoluzione elettrica è completa: cosa cambierà ora?

PPer oltre un decennio la Norvegia è stata il modello globale della transizione elettrica, il Paese che ha dimostrato con i fatti che una trasformazione radicale del settore automotive è possibile. Oggi questa transizione può dirsi compiuta: nel 2025, oltre il 95% delle nuove immatricolazioni riguarda veicoli completamente elettrici, mentre benzina e diesel sono ormai

Norvegia, la rivoluzione elettrica è completa: cosa cambierà ora?

PPer oltre un decennio la Norvegia è stata il modello globale della transizione elettrica, il Paese che ha dimostrato con i fatti che una trasformazione radicale del settore automotive è possibile. Oggi questa transizione può dirsi compiuta: nel 2025, oltre il 95% delle nuove immatricolazioni riguarda veicoli completamente elettrici, mentre benzina e diesel sono ormai relegati a poche centinaia di unità al mese. È la conferma di un cambiamento strutturale che ha riscritto le dinamiche di un intero mercato.

Norvegia, la rivoluzione elettrica è completa

A ufficializzare il traguardo è stato il ministro delle Finanze Jens Stoltenberg, che ha dichiarato “raggiunto” l’obiettivo fissato dieci anni fa: avere solo auto elettriche nelle nuove vendite entro il 2025. Un risultato possibile grazie a uno dei pacchetti di incentivi più completi e aggressivi mai messi in campo da un governo: esenzioni dall’IVA e dalle tasse d’acquisto, accesso gratuito ai pedaggi e alle corsie preferenziali, e al tempo stesso una forte pressione fiscale sui veicoli a combustione.

Norvegia, la rivoluzione elettrica è completa
© Pexels

Questo mix di politiche ha reso l’opzione elettrica non solo sostenibile, ma anche la più conveniente in termini economici. Nel 2024 le immatricolazioni full electric avevano già raggiunto l’88,9%, salendo ulteriormente nel 2025 fino a sfiorare la totalità del mercato.

Con il traguardo ormai consolidato, Oslo si prepara però a entrare in una nuova fase della sua strategia. Il governo ha presentato una proposta che prevede una revisione del sistema di incentivi, spostando il baricentro verso un regime più equilibrato. L’attuale esenzione dall’IVA per le auto elettriche varrà solo fino a un prezzo di 300.000 corone norvegesi (circa 30.000 dollari), contro l’attuale soglia di 500.000. Il cambiamento, previsto per il 2026, preluderebbe alla totale eliminazione degli incentivi dal 2027, segnando una graduale normalizzazione del mercato. Parallelamente, il governo punta ad aumentare la tassazione sui nuovi veicoli benzina e diesel, ampliando ulteriormente il divario di convenienza tra mobilità a emissioni zero e motorizzazioni tradizionali.

I dubbi delle associazioni norvegesi

Le associazioni norvegesi dei veicoli elettrici accolgono la revisione con cautela. Temono che una fase di transizione troppo rapida possa rallentare la domanda, in particolare tra i nuovi acquirenti che si avvicinano ora al mercato elettrico. Gli esperti ricordano però che il caso norvegese rappresenta un unicum: un Paese ricco, dotato di una rete di ricarica capillare, un’alta fiducia nelle istituzioni e un’elevata capacità di investimento pubblico. È proprio per questo che la Norvegia è considerata un laboratorio globale della mobilità del futuro.

L’evoluzione degli incentivi, spiegano gli analisti, non segna un arretramento. È piuttosto un segnale della maturità raggiunta dal mercato EV, ormai capace di reggersi quasi da solo. La sfida dei prossimi anni sarà accompagnare questa maturazione senza compromettere i risultati ottenuti. Secondo molti osservatori, mantenere per qualche anno tassi di adozione vicini al 100% permetterebbe di consolidare in modo definitivo l’infrastruttura, la filiera industriale e la competitività dei veicoli elettrici nella fascia media del mercato.

La Norvegia, da pioniera, entra così nella fase più delicata: dimostrare che una società post-combustione non solo è possibile, ma è anche economicamente sostenibile. Il messaggio che arriva da Oslo è inequivocabile: l’era del motore termico è finita. La mobilità del futuro è elettrica e non appartiene più al domani, ma al presente. Il resto del mondo osserva, consapevole che dalla gestione di questa nuova fase dipenderà un pezzo della transizione globale.

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