Tropical Forests Forever Facility: nasce a Belém il fondo che paga i Paesi per conservare le foreste
Il lancio del Tropical Forest Forever Facility (TFFF) alla COP30 segna una svolta storica nella protezione delle foreste tropicali.
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AAlla COP30 a Belém ha preso forma il Tropical Forests Forever Facility (TFFF), un meccanismo finanziario presentato come la più ampia fonte internazionale di fondi diretti per comunità locali e Popoli Indigeni. L’annuncio riunisce 53 Paesi – con 19 investitori sovrani – e una capitalizzazione iniziale di oltre 5,5 miliardi di dollari, con l’obiettivo di premiare economicamente chi mantiene in piedi e ripristina le foreste tropicali. L’idea è semplice nella sua ambizione: riallineare gli incentivi economici con i benefici globali che le foreste generano in termini di clima, biodiversità e acqua.
Chi mette le risorse e perché il fondo per le foreste segna un cambio di paradigma
Le prime adesioni indicano la scala dell’operazione: Norvegia con 3 miliardi di dollari, Brasile e Indonesia con 1 miliardo ciascuno, Francia fino a 500 milioni di euro, Olanda con 5 milioni per il segretariato; Germania favorevole e in fase di definizione dell’impegno. Il fondo punta a coprire oltre il 90% delle foreste tropicali nei Paesi in via di sviluppo, coinvolgendo tra gli altri Indonesia, Repubblica Democratica del Congo e Cina. Per il presidente Lula, il TFFF è anche un passaggio politico: i Paesi del Sud globale assumono un ruolo di guida nell’agenda forestale, non più solo destinatari di aiuti, ma co-architetti della soluzione.

Il TFFF è concepito come un fondo-patrimonio che remunera ogni anno i Paesi in base a risultati verificabili: meno deforestazione significa più pagamenti. La verifica avviene con dati satellitari trasparenti e a basso costo, applicati in modo omogeneo su scala internazionale. La governance prevede rappresentanza paritaria tra Paesi sponsor e Paesi forestali e l’esclusione di investimenti dannosi per clima e natura (carbone, progetti legati alla deforestazione). Una quota minima del 20% dei flussi è destinata direttamente a Popoli Indigeni e comunità locali, riconosciuti come i più efficaci custodi della foresta.
125 miliardi per proteggere oltre un miliardo di ettari
L’architettura è pensata per salire rapidamente di scala fino a 125 miliardi di dollari – 25 di capitale sovrano e 100 da investitori istituzionali – per sostenere, a regime, la conservazione di oltre 1 miliardo di ettari in più di 70 Paesi. È una risposta alle cifre dell’emergenza: nel 2024 sono andati persi 6,7 milioni di ettari di foresta pluviale primaria, con impatti climatici particolarmente gravi in Amazzonia. Il WWF saluta il TFFF come un punto di svolta nei finanziamenti per natura e clima e chiede ad altri governi di unirsi con impegni concreti, sottolineando il valore dell’allocazione diretta alle comunità e la capacità del fondo di combinare finanza pubblica, privata e filantropica.

Accanto agli entusiasmi restano nodi aperti: alcuni potenziali sponsor non hanno ancora formalizzato contributi; serviranno regole chiare su diritti, criteri di riparto e salvaguardie sociali; la natura di endowment lega la stabilità dei pagamenti ai rendimenti finanziari, esponendo il meccanismo alle fasi avverse dei mercati. Dal fronte italiano arrivano anche critiche del WWF Italia per la scarsa attenzione al TFFF e per le pressioni volte a indebolire il Regolamento UE contro la deforestazione, mentre l’insistenza su biocarburanti rischia di distogliere risorse e attenzione dall’uscita dai fossili e dalle misure più efficaci contro la perdita di foreste.
Dalle foreste come “serbatoi di carbonio” a infrastrutture vitali
Il TFFF prova a spostare l’asse: le foreste tropicali non sono solo pozzi di CO₂, ma infrastrutture naturali che sostengono clima, acqua, salute, mezzi di sussistenza e culture. Se l’esperimento reggerà alla prova della scala e del tempo, potrà stabilizzare flussi finanziari prevedibili verso la conservazione, ridurre conflitti sull’uso del suolo, rafforzare la giustizia climatica e riconoscere in modo strutturale il ruolo dei custodi della foresta. In un anno segnato da nuovi record di perdita di habitat, il varo del TFFF a Belém è, insieme, promessa e banco di prova della capacità del mondo di finanziare la natura con la stessa serietà con cui finanzia le infrastrutture del proprio sviluppo.