L’Epa cancella l’allarme sul clima: gli USA verso la più grande deregolamentazione ambientale della storia
Una proposta dell’EPA eliminerebbe quasi tutte le norme che limitano le emissioni di gas ad effetto serra negli USA.
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IIl 29 luglio 2025 l’Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti (Epa) ha presentato una proposta normativa destinata a cancellare la quasi totalità delle regolamentazioni federali sul contenimento dei gas serra. La mossa, fortemente voluta dall’amministrazione Trump, rappresenta un colpo durissimo alla lotta contro la crisi climatica.
L’iniziativa riguarda settori cruciali per le emissioni statunitensi: automobili, mezzi pesanti, centrali elettriche, petrolio, gas, metano e carbone. La strategia della Casa Bianca si basa su una reinterpretazione del Clean Air Act, la storica legge sull’aria pulita del 1963, e punta a eliminare i cosiddetti “Endangerment Findings”, ovvero le valutazioni scientifiche secondo cui i gas serra minacciano la salute pubblica.
Un attacco alle basi scientifiche della regolazione climatica
Queste valutazioni furono introdotte nel 2009 durante la presidenza Obama, grazie all’allora direttrice dell’Epa Lisa Jackson. Esse consentivano all’Epa di regolamentare i gas serra proprio perché considerati pericolosi per la salute umana. La base legale fu confermata da una storica sentenza della Corte Suprema nel 2007, nel caso Massachusetts v. EPA.
Ora, però, il nuovo direttore dell’Epa, il repubblicano Lee Zeldin, afferma che quelle valutazioni erano “ideologiche” e basate su “ragionamenti errati”. Secondo Zeldin, il recente pronunciamento della Corte Suprema sulla “Chevron deference” (2024) avrebbe chiarito che l’autorità per regolamentare le emissioni spetta al Congresso, non all’Epa.
In un documento di 302 pagine, l’Epa sostiene inoltre che esiste un “ampio consenso scientifico globale” secondo cui i fenomeni meteo estremi non sarebbero aumentati in modo incontestabile. Una tesi smentita da centinaia di ricerche scientifiche, che indicano chiaramente come il riscaldamento globale moltiplichi la frequenza e l’intensità di questi eventi.
EPA: deregulation e interessi fossili
La proposta dell’Epa, se finalizzata, comporterebbe la revoca di obblighi sulle emissioni per auto elettriche e centrali a carbone, e rappresenterebbe secondo Zeldin “la più grande azione di deregolamentazione ambientale nella storia degli Stati Uniti”. Il tutto mentre il governo Trump ha già ritirato nuovamente il Paese dagli accordi di Parigi e promuove attivamente l’espansione delle industrie fossili.
Zeldin ha affermato che le normative ambientali hanno “frenato l’economia” e promesso che con la nuova direzione saranno eliminati oltre mille miliardi di dollari in regolamenti. Il tutto senza fornire alcuna prova a supporto delle cifre dichiarate. Secondo l’Epa, questa deregolamentazione farà risparmiare 54 miliardi di dollari ogni anno.
Un futuro incerto e una battaglia legale in vista
Il nuovo testo sarà soggetto a una consultazione pubblica di 45 giorni, al termine della quale potrà diventare operativo. Ma si prevede una lunga battaglia legale, con un probabile ritorno della questione alla Corte Suprema, oggi a maggioranza conservatrice (6-3).
Secondo Dan Becker, direttore del Center for Biological Diversity, è “senza precedenti” che sia un’agenzia pubblica a chiedere di ridurre i propri poteri. Becker ha sottolineato che il precedente del 2007 si fondava su basi scientifiche solide e che “non esiste alcuna ragione valida per revocarlo, se non una motivazione puramente politica”.
La nuova linea dell’Epa potrebbe compromettere anche le politiche ambientali future: se il potere di regolamentare le emissioni venisse tolto all’Epa, anche i futuri presidenti non potrebbero più agire con rapidità attraverso i regolamenti dell’agenzia, ma dovrebbero ogni volta attendere complesse approvazioni congressuali.