In Olanda bici e pedoni sono padroni della strada

In Olanda la bicicletta non è solo un mezzo di trasporto, ma una parte integrante della cultura nazionale. Ecco come è possibile.

In Olanda bici e pedoni sono padroni della strada

IIn Olanda la bicicletta non è solo un mezzo di trasporto, ma una parte integrante della cultura nazionale. In nessun altro paese europeo, infatti, pedoni e ciclisti godono di tanta considerazione e libertà di movimento. Qui, ogni angolo del territorio è progettato per accogliere chi si muove in modo attivo, ecologico e silenzioso: le auto cedono il passo, le città si organizzano intorno alle persone, non ai motori. In Olanda, bici e pedoni sono i veri padroni della strada.

In Olanda bici e pedoni sono padroni della strada

Il legame tra gli olandesi e le due ruote risale ai primi anni del Novecento. Già nel 1911 i Paesi Bassi avevano la più alta densità di biciclette in Europa. Oggi le bici superano addirittura gli abitanti: ci sono 23 milioni di biciclette per 17 milioni di persone, con 1,3 biciclette per ogni cittadino. Di queste, oltre 2 milioni sono e-bike, segno di un’evoluzione continua.

Il ciclismo non è una moda passeggera: è radicato nel quotidiano. Ogni anno si registrano oltre 4,5 miliardi di viaggi in bicicletta, per un totale di 15,5 miliardi di chilometri percorsi, e il 25% dei viaggi giornalieri avviene su due ruote. Un dato che arriva fino al 46% in città come Zwolle, dove il traffico motorizzato è stato quasi del tutto sostituito da biciclette.

Olanda, le infrastrutture al servizio delle persone

Questa rivoluzione è stata possibile grazie a investimenti pubblici mirati e lungimiranti. La rete ciclabile olandese comprende oltre 37.000 km di piste dedicate, ben più delle strade per le auto. Sommando anche i percorsi minori, si arriva a 153.000 km di vie ciclabili, pari a quasi quattro volte la circonferenza terrestre.

In Olanda bici e pedoni sono padroni della strada
© Pexels

Ogni anno il governo olandese investe oltre 600 milioni di euro nella mobilità ciclistica, promuovendo piste sicure, parcheggi intelligenti e servizi di sharing bike come Swapfiets, che consente l’uso continuativo di bici a noleggio con manutenzione inclusa. Questo sistema favorisce l’accessibilità e la sostenibilità, permettendo a chiunque – studenti, anziani, lavoratori – di muoversi senza auto.

Chi pedala e perché lo fa?

Nel 2020, la media nazionale era di 4,4 viaggi in bicicletta a settimana per persona. I più attivi? I giovani tra i 12 e i 17 anni, con oltre 32 km a settimana. Gli studenti raggiungono quota 7 viaggi settimanali, mentre anche gli over 65 pedalano con regolarità (24 km a settimana).

Il 35% degli olandesi sceglie la bici per tragitti inferiori a 7,5 km. Anche tra i 7,5 e i 15 km, una persona su sette continua a preferire le due ruote. Andare al lavoro, a scuola o fare la spesa sono le principali motivazioni per pedalare, anche se i viaggi per shopping restano meno frequenti.

In Olanda bici e pedoni sono padroni della strada
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Nelle grandi città come Amsterdam, Utrecht e Groningen, l’urbanistica è modellata sulla mobilità attiva. Quartieri interi sono progettati per scoraggiare l’uso dell’auto, con percorsi ciclabili continui e priorità semaforica per pedoni e biciclette. Il pedone e il ciclista arrivano prima, anche legalmente: in caso di incidente, il conducente del veicolo a motore è generalmente ritenuto responsabile.

La trasformazione è iniziata negli anni ’70, con il movimento “Stop de Kindermoord” (Ferma l’uccisione dei bambini), che denunciava l’aumento degli incidenti stradali. Da lì, le politiche olandesi hanno radicalmente cambiato direzione, mettendo la sicurezza e la qualità della vita al centro delle scelte urbanistiche.

Olanda, un modello per il futuro

Oggi il ciclismo contribuisce tra 1,2 e 3,8 miliardi di euro all’anno all’economia nazionale e sostiene circa 13.000 posti di lavoro. Con l’ascesa delle e-bike, anche gli anziani e chi vive più lontano dal centro può spostarsi in modo comodo e sostenibile.

Il governo olandese punta ora a far adottare la bicicletta ad altre 100.000 persone per andare al lavoro entro i prossimi due anni. Un esempio virtuoso che molte città europee – come Siviglia, Parigi e persino Milano – stanno cercando di imitare.

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