Il mare più bello d’Italia 2025: le località a Cinque Vele dove la sostenibilità incontra il turismo di qualità
Quest’anno sono 30 le località premiate con le Cinque Vele, il massimo riconoscimento: 20 affacciate sul mare e 10 sui laghi.
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AAcque cristalline, spiagge indimenticabili, escursioni tra la natura, eccellenze enogastronomiche e luoghi d’arte. Ma soprattutto una gestione sostenibile del territorio. È questo il cuore della nuova edizione 2025 della Guida Blu – Il mare più bello, curata da Legambiente e Touring Club Italiano, che da venticinque anni premia le migliori località costiere italiane, sia marine che lacustri, capaci di coniugare bellezza paesaggistica e tutela ambientale.
Quest’anno sono 30 le località premiate con le Cinque Vele, il massimo riconoscimento: 20 affacciate sul mare e 10 sui laghi. A dominare la top five nazionale sono cinque comuni del Sud Italia, tutti anche “amici delle tartarughe marine”: Domus De Maria (SU), prima in classifica grazie alla neonata area marina protetta Capo Spartivento, seguita da Pollica (SA), Nardò (LE), Baunei (NU) e San Giovanni a Piro (SA). Sul fronte dei laghi, si conferma in vetta Molveno in Trentino-Alto Adige, davanti al lago di Monticolo ad Appiano sulla strada del Vino (BZ) e al lago di Avigliana Grande (TO).
La sostenibilità al centro dell’offerta turistica
Il criterio guida della selezione non è solo la qualità delle acque e dei servizi, ma la capacità dei territori di affrontare le sfide poste dalla crisi climatica con scelte coraggiose e innovative. I comuni premiati adottano pratiche virtuose come la pulizia manuale delle spiagge, la riduzione dell’inquinamento luminoso, la formazione per i gestori balneari e la tutela dei nidi delle tartarughe marine, con la collaborazione di enti scientifici.
Nel 2025, i “Comuni Amici delle Tartarughe” sono saliti a 103, più del triplo rispetto all’anno precedente. Tra le nuove adesioni figurano anche grandi città costiere come Roma (Ostia) e Genova, oltre a località turistiche celebri come Tropea, La Maddalena e Ugento. Inoltre, sono 38 le aree protette costiere che hanno firmato il protocollo per la protezione di habitat e biodiversità, con nuove entrate significative in Puglia.
Blue economy: una risorsa che vale oro
In Italia, la blue economy vale il 10,2% del PIL nazionale, con un giro d’affari di 47 miliardi di euro e un milione di occupati. Il Mar Mediterraneo, uno degli hotspot di biodiversità più ricchi del pianeta con oltre 17.000 specie, rappresenta il cuore pulsante di questo settore. Le località a cinque vele si distinguono non solo per la loro bellezza, ma anche per essere laboratori di turismo dolce e sostenibile, capaci di valorizzare il territorio senza compromettere l’ecosistema.
“È un modello che funziona – ha commentato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – e che deve essere esteso a livello nazionale per fronteggiare l’inquinamento, l’erosione costiera, la perdita di biodiversità e l’overtourism”.
Le buone pratiche per affrontare l’overtourism
Durante il Forum Blue Economy organizzato da Legambiente a Roma, sono state presentate quattro buone pratiche per gestire i flussi turistici in modo sostenibile:
- Il Parco nazionale delle Cinque Terre, con la regolazione del traffico sui sentieri e le limitazioni per le imbarcazioni a motore.
- Il Parco nazionale Arcipelago Toscano, che apre al pubblico le isole più fragili con visite contingentate.
- La piattaforma Oikos, sviluppata in Sardegna per prenotare l’accesso contingentato alle spiagge.
- Il progetto Garda Green, una rete di strutture ricettive che seguono un protocollo di sostenibilità condiviso con la Regione Veneto, Legambiente Turismo e il Global Sustainable Tourism Council.
La richiesta di Legambiente: più tutela per gli ecosistemi marini
Nonostante i progressi, l’Italia è ancora in ritardo sulla mappatura e gestione delle aree marine protette, in particolare per i siti d’altura e transfrontalieri. Legambiente chiede l’adozione di una strategia marina nazionale efficace, l’incremento delle aree protette e il rafforzamento della governance degli enti gestori. Il progetto europeo Life Sea.Net, coordinato da Legambiente, mira proprio a supportare queste sfide, fornendo strumenti di gestione condivisi per i siti Natura 2000 marini.

Come ha ricordato Antonio Nicoletti, responsabile nazionale aree protette di Legambiente, “il capitale naturale è una risorsa economica e sociale che va preservata con interventi concreti e una visione di blue economy davvero sostenibile”.