I gatti selvatici potrebbero tornare in Inghilterra dopo centinaia di anni

I gatti selvatici europei potrebbero tornare a camminare nei boschi del sud-ovest del Regno Unito dopo oltre un secolo.

I gatti selvatici potrebbero tornare in Inghilterra dopo centinaia di anni

II gatti selvatici europei, una delle specie più minacciate del Regno Unito, potrebbero tornare a camminare nei boschi del sud-ovest inglese dopo oltre un secolo. Il South West Wildcat Project, guidato dal Devon Wildlife Trust, ha infatti pubblicato un nuovo studio che conferma come le campagne del mid-Devon offrano habitat adatti a ospitare una popolazione stabile di Felis silvestris. L’obiettivo, ambizioso ma realistico, è reintrodurre tra il 2027 e il 2028 un primo nucleo di 40-50 esemplari, riportando in natura un predatore che un tempo era parte integrante dei paesaggi inglesi.

I gatti selvatici potrebbero davvero tornare in Inghilterra?

I wildcat sono scomparsi dall’Inghilterra e dal Galles a causa della persecuzione umana e della perdita di foreste e praterie selvatiche. Oggi sopravvivono solo nelle Highlands scozzesi, dove però la popolazione è ridotta a circa 115 individui ed è classificata come “criticamente minacciata”. La reintroduzione nel Devon rappresenta quindi un tassello importante per la loro sopravvivenza in tutto il Regno Unito.

I gatti selvatici potrebbero tornare in Inghilterra
© Pexels

Lo studio, frutto di due anni di ricerche condotte con la collaborazione dell’Università di Exeter, conferma che la regione possiede ampie zone boschive, prati estensivi e corridoi ecologici capaci di sostenere la specie. Anche l’opinione pubblica sembra pronta: l’80% delle persone coinvolte nelle indagini si è detta positiva al ritorno dei gatti selvatici, considerandolo un passo cruciale per ripristinare l’equilibrio ecologico del territorio.

Le preoccupazioni per la fauna locale

Non mancano però le preoccupazioni. Alcuni allevatori temono ripercussioni sulla fauna locale, come una possibile riduzione dei roditori che servono da nutrimento per i rapaci notturni. C’è poi il timore, sollevato in particolare dalla Countryside Alliance, che i wildcat possano accoppiarsi con i gatti domestici o con i randagi, generando ibridi e mettendo a rischio la purezza genetica della specie. Un problema già noto in Scozia e considerato una delle minacce più serie per la conservazione della sottospecie.

Su questo punto, il Devon Wildlife Trust assicura che la reintroduzione sarà accompagnata da un programma di sterilizzazione dei gatti domestici e ferali nelle aree interessate. Una misura considerata essenziale per evitare la cosiddetta “ibridazione”, che potrebbe compromettere l’intero progetto. Altri timori riguardano possibili impatti su pollai e selvaggina, ma i responsabili del progetto ricordano che le misure di protezione già usate contro i predatori locali – come le volpi – sono più che sufficienti anche per i gatti selvatici. Inoltre la specie vive a densità molto basse, su territori estesi, rendendo altamente improbabile una crescita incontrollata della popolazione.

Cosa dicono gli esperti sulla reintroduzione dei gatti selvatici

Secondo gli esperti, i wildcat non rappresentano un pericolo né per gli esseri umani né per il bestiame. La loro dieta è infatti composta per il 75% da piccoli mammiferi come arvicole, topi selvatici, conigli e ratti. Non sono considerati una minaccia per specie protette come chirotteri o ghiri, come confermato dai dati raccolti nella fase preliminare del progetto.

Il piano prevede che gli animali reintrodotti provengano dal programma di allevamento europeo gestito dalla Royal Zoological Society of Scotland. I wildcat selezionati saranno collocati in speciali recinti nel Devon, dove daranno alla luce cucciolate destinate a essere liberate in natura una volta accertata la loro idoneità. La reintroduzione dei gatti selvatici rappresenterebbe non solo un passo importante per la tutela della biodiversità britannica, ma anche un segnale forte sul valore della rewilding come strumento per ripristinare ecosistemi più sani e resilienti.

Come sottolinea Cath Jeffs, coordinatrice del South West Wildcat Project, “è entusiasmante immaginare che i wildcat possano tornare a far parte del nostro paesaggio. Ma sarà fondamentale procedere con trasparenza, ascolto e collaborazione con chi vive e lavora sul territorio”.

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