Gli impollinatori stanno scomparendo: ecco perché salvare le api significa proteggere anche la nostra salute
In Europa, quasi la metà degli insetti impollinatori, api incluse, è in declino e un terzo è a rischio estinzione. Il report WWF.
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OOltre il 40% degli impollinatori invertebrati nel mondo è a rischio estinzione. In Europa, quasi la metà delle specie di insetti impollinatori è in declino e un terzo è già ufficialmente minacciato. È un dato allarmante, rilanciato dal WWF Italia in occasione della Giornata Mondiale delle Api con il dossier “Il futuro in un volo d’ape: perché salvare gli impollinatori significa salvare noi stessi”. Una crisi silenziosa, ma con conseguenze potenzialmente drammatiche non solo per la biodiversità, ma anche per la nostra alimentazione e la nostra salute.

Gli impollinatori – api, farfalle, bombi, sirfidi e altri insetti – svolgono un ruolo cruciale nel garantire la riproduzione di circa il 75% delle colture alimentari e il 90% delle piante selvatiche da fiore. Senza di loro, frutta, verdura, legumi e frutta secca diventerebbero sempre più rari e costosi. Non si tratta solo di un danno per l’agricoltura, ma di un grave rischio per la salute pubblica: uno studio pubblicato su Environmental Health Perspectives stima che la riduzione dell’impollinazione stia già contribuendo a circa 500.000 morti premature all’anno. La causa? La diminuzione nella disponibilità di alimenti ricchi di vitamine e nutrienti essenziali, che favorisce malattie croniche come diabete, tumori e patologie cardiovascolari.
Oggi il principale nemico degli impollinatori è un modello agricolo intensivo, fortemente dipendente da pesticidi e fitofarmaci, che si somma alla crisi climatica e alla perdita di habitat naturali. Eppure, le risposte politiche restano troppo deboli. Il divieto europeo del 2018 sull’uso all’aperto di tre neonicotinoidi è stato un primo passo, ma molti Paesi – Italia inclusa – continuano a concedere deroghe. Il recente ritiro del Regolamento UE sull’uso sostenibile dei pesticidi (SUR) è un ulteriore arretramento, che mette a rischio tanto la biodiversità quanto la salute dei cittadini europei.
Un segnale positivo arriva invece dalla Nature Restoration Law, approvata di recente dal Parlamento europeo. La legge prevede il ripristino di almeno il 20% delle aree terrestri e marine dell’UE entro il 2030, con un focus specifico sugli habitat agricoli essenziali per gli impollinatori. L’articolo 10 del Regolamento impegna gli Stati membri a fermare il declino degli insetti impollinatori e a istituire un sistema di monitoraggio permanente. Per il WWF, si tratta di un passo fondamentale che ora deve essere attuato con ambizione e concretezza, sostenendo un’agricoltura più rispettosa della natura e “alleata” della biodiversità.

Il dossier WWF non si rivolge solo ai decisori politici, ma anche a cittadini e imprese, offrendo una serie di azioni concrete per contribuire alla salvaguardia degli impollinatori:
- scegliere prodotti biologici e locali,
- piantare fiori e piante mellifere nei giardini e sui balconi,
- evitare l’uso di pesticidi,
- sostenere l’apicoltura locale,
- partecipare a iniziative di citizen science per il monitoraggio degli insetti.
“La crisi degli impollinatori non è solo ambientale, è anche una crisi sanitaria, economica e sociale”, spiega Eva Alessi, responsabile Sostenibilità del WWF Italia. “La loro scomparsa minaccia la nostra sicurezza alimentare e il nostro benessere. È il momento di agire, tutti insieme”.
In definitiva, salvare le api – e con loro bombi, farfalle e tutti gli altri impollinatori – non è una battaglia per pochi ambientalisti, ma una priorità collettiva. Perché dalla salute degli insetti dipende, letteralmente, anche la nostra.