Gli alberi sottomarini per ripristinare i coralli
La Coral Restoration Foundation ha sviluppato un’innovativa soluzione per il ripristino dei coralli: gli alberi sottomarini.
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LLe barriere coralline sono tra gli ecosistemi più preziosi e fragili del pianeta, ma oggi sono gravemente minacciate dal riscaldamento globale, dalla pesca intensiva e da altre attività umane. La loro perdita non rappresenta soltanto un disastro ambientale: milioni di persone in tutto il mondo dipendono dai coralli per il cibo, la protezione delle coste e il turismo. In questo scenario la Coral Restoration Foundation (CRF), la più grande organizzazione no-profit al mondo dedicata al ripristino dei coralli, ha sviluppato un’innovativa soluzione: gli alberi sottomarini.
Il vivaio subacqueo più grande al mondo
Fondata nel 2007 e con sede in Florida, la CRF gestisce il più grande vivaio in situ di coralli esistente. Qui si coltivano frammenti di diverse specie in strutture sospese nell’acqua, chiamate Coral Trees™. Questi “alberi” sono semplici, economici e replicabili: la loro forma permette ai coralli di crescere velocemente, lontani dal fondale e dai sedimenti che potrebbero soffocarli. Nel tempo, la tecnologia si è evoluta con varianti come lo Spiral Tree e il Mega Tree, adottate ormai da numerosi gruppi di restauro marino in tutto il mondo.

Dai vivai al reef: come ridare vita ai coralli
Quando i coralli sono pronti, vengono trasferiti in mare aperto. I frammenti vengono fissati con speciali resine atossiche al substrato dei reef, in gruppi da 50 a 70 individui geneticamente distinti. Questa diversità è fondamentale: solo ecosistemi ricchi di specie e variabilità genetica possono adattarsi a condizioni mutevoli e sopravvivere a lungo termine. Tra i protagonisti del ripristino ci sono le specie Acropora, come i coralli corna di cervo (staghorn) ed elkhorn, capaci di formare vere e proprie foreste subacquee.
Innovazione e monitoraggio
La CRF continua a sperimentare nuove tecniche, come i coral plugs, piccoli innesti che accelerano il ripristino di specie più lente come i coralli cerebrali. Ogni sito di trapianto viene poi monitorato con fotomosaici ad alta risoluzione, che consentono di seguire con precisione la crescita dei coralli e la copertura del reef nel tempo.
Le tecniche sviluppate dalla Coral Restoration Foundation sono oggi considerate un modello globale: scalabili, economiche e accessibili alle comunità costiere. La missione non si limita a ripristinare gli ecosistemi, ma anche a educare e formare giovani, scienziati e volontari attraverso programmi di immersione, laboratori e attività di sensibilizzazione.