Resilienza idrica in Europa: nasce EIT Water, la nuova comunità per innovare la gestione di acqua, mari e oceani

La nuova EIT Water nasce da un consorzio composto da 50 partner di 24 Paesi, selezionati da esperti indipendenti nel quadro del modello EIT.

Resilienza idrica in Europa: nasce EIT Water, la nuova comunità per innovare la gestione di acqua, mari e oceani

LL’Unione europea ha compiuto un passo decisivo verso una gestione più sostenibile delle risorse idriche e marine con il lancio della nuova Comunità della Conoscenza e dell’Innovazione (KIC) dell’Istituto europeo di innovazione e tecnologia (EIT). La nuova piattaforma, denominata EIT Water, è la decima comunità dell’EIT e sarà dedicata alla costruzione di un sistema idrico europeo resiliente, sostenibile e circolare, integrando soluzioni per acque dolci, mari e oceani. L’iniziativa si inserisce nel quadro della Strategia europea per la resilienza idrica e del Patto europeo per gli oceani, con l’obiettivo di affrontare le crescenti pressioni ambientali e socioeconomiche legate a scarsità d’acqua, siccità e inquinamento marino.

EIT Water: innovazione e cooperazione per la transizione blu e verde

Il nuovo programma nasce da un consorzio di 50 partner provenienti da 24 Paesi, selezionati da esperti indipendenti. Il team vincitore, Allwaters, riunisce università, industrie, ONG, porti e PMI per promuovere un approccio integrato dalla sorgente al mare. Le priorità strategiche di EIT Water sono tre: gestione di scarsità idrica, siccità e alluvioni; ripristino e tutela degli ecosistemi marini e d’acqua dolce; e sviluppo di un’economia blu circolare. L’EIT fornirà un finanziamento iniziale di 5 milioni di euro per il 2026, con piena operatività prevista nel 2027 e una durata di 15 anni.

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Il Commissario europeo per la Pesca e gli Oceani, Costas Kadis, ha sottolineato che “un oceano sano e sistemi di acqua dolce resilienti sono due facce della stessa medaglia” e che la nuova comunità “aiuterà a colmare il divario tra innovazione blu e verde”. Anche la Commissaria per l’Ambiente, Jessika Roswall, ha rimarcato la necessità di una cooperazione attiva tra Stati membri e istituzioni per affrontare in modo condiviso le sfide idriche europee.

La strategia europea per la resilienza idrica: 30 azioni per un futuro sostenibile

La Strategia europea per la resilienza idrica definisce oltre 30 azioni mirate a migliorare la gestione delle risorse idriche e a rendere i sistemi più resistenti agli effetti dei cambiamenti climatici. Tra gli obiettivi principali figurano il ripristino del ciclo dell’acqua, la riduzione dei consumi idrici, un miglioramento dell’efficienza del 10% entro il 2030 e la modernizzazione delle infrastrutture. Saranno inoltre promosse pratiche intelligenti di uso dell’acqua e l’impiego di tecnologie digitali e intelligenza artificiale per ottimizzare la gestione delle risorse.

Tra il 2025 e il 2027 la Commissione europea avvierà una serie di dialoghi strutturati con gli Stati membri, basati su riunioni tecniche e consultazioni politiche, per condividere esperienze e definire priorità nazionali. Questi confronti contribuiranno a realizzare le raccomandazioni della Direttiva quadro sulle acque e della Direttiva sulla strategia per l’ambiente marino.

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Nonostante i progressi, i dati della Commissione europea mostrano che solo il 39,5% dei corpi idrici superficiali dell’Ue raggiunge un buono stato ecologico, e appena il 26,8% presenta una buona qualità chimica, compromessa da inquinanti persistenti come il mercurio. I piani di gestione contro le alluvioni hanno mostrato miglioramenti, ma restano spesso senza obiettivi quantitativi chiari. Anche sul fronte marino, i risultati della Direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino sono limitati, soprattutto per quanto riguarda i rifiuti marini e il deterioramento degli habitat costieri.

Per colmare questi divari, Bruxelles chiede un impegno più deciso su riduzione dell’inquinamento, riuso dell’acqua e contrasto alle estrazioni illegali. Le misure previste dovrebbero contribuire al raggiungimento degli obiettivi entro il 2027, anno in cui scadranno i termini fissati dalla direttiva per il raggiungimento di un buono stato delle acque europee.

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