I reati ambientali non si fermano: +14,4% in un solo anno in Italia
Nel 2024 l’Italia ha superato la soglia dei 40mila reati ambientali, con una media impressionante di oltre 111 illeciti al giorno.
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NNel 2024 l’Italia ha superato la soglia dei 40mila reati ambientali, con una media impressionante di oltre 111 illeciti al giorno. È il dato più inquietante emerso dal rapporto Ecomafia 2025 di Legambiente, che ogni anno fotografa con precisione chirurgica lo stato delle illegalità ambientali nel nostro Paese. Il bilancio è allarmante: 40.590 reati penali, in crescita del 14,4% rispetto all’anno precedente, e 37.186 persone denunciate, +7,8% sul 2023.
Il rapporto racconta una criminalità ambientale sempre più organizzata, ramificata e collusa con settori dell’economia, della politica e della pubblica amministrazione. La filiera del cemento si conferma la più colpita, con 13.621 reati (pari al 33,6% del totale), seguita da quella dei rifiuti, che registra 11.166 illeciti, con un balzo del 19,9%.
Sale anche la corruzione legata agli appalti ambientali: 88 inchieste in un solo anno (+17,3%), con 862 persone denunciate. Si tratta di casi legati alla gestione dei rifiuti, alla depurazione delle acque, all’assegnazione di concessioni e alla realizzazione di opere pubbliche. Una rete opaca di interessi che danneggia l’ambiente e distorce l’economia.
Un assalto ai beni comuni: animali, paesaggi, cultura
Il rapporto evidenzia anche l’incremento dei reati contro gli animali: 7.222 illeciti penali (+9,7%) e 13.996 illeciti amministrativi (+13,9%), tra caccia illegale, traffico di specie protette e maltrattamenti negli allevamenti. Allarmanti i dati anche sul patrimonio culturale: 2.956 reati (+23,4%), tra scavi clandestini, furti, danneggiamenti e costruzioni abusive in aree vincolate.

Il giro d’affari dell’ecomafia continua a crescere: 9,3 miliardi di euro nel solo 2024, con un incremento di mezzo miliardo rispetto al 2023. Dal 1995 a oggi il fatturato delle attività illecite ambientali ammonta a 269,1 miliardi di euro.
Una criminalità arrogante, ma non impunita
Dietro questi numeri si nasconde una realtà fatta di organizzazioni criminali, clan mafiosi, politici corrotti e imprenditori senza scrupoli, pronti a distruggere l’ambiente per arricchirsi. Il tutto, spesso, nella convinzione di poter agire nell’impunità. Ma non è sempre così: il rapporto racconta anche il lavoro coraggioso delle forze dell’ordine, delle Capitanerie di porto e della magistratura, che hanno permesso di far luce su centinaia di casi, anche grazie alla riforma del 2015 che ha introdotto nel Codice penale i delitti contro l’ambiente.
A Natale De Grazia, ufficiale della Marina impegnato nella lotta ai traffici di rifiuti radioattivi e morto in circostanze misteriose nel 1995, è dedicato il Rapporto Ecomafia 2025, nel trentennale della sua scomparsa. Una figura simbolo della difesa dell’ambiente e della ricerca della verità.
Conoscere per reagire
Leggere Ecomafia non è solo un atto di denuncia: è un invito all’azione. È il tentativo di dare voce a chi, ogni giorno, tutela l’ambiente e la salute pubblica contro un sistema criminale aggressivo e sofisticato. È un’occasione per riflettere sulle falle del nostro sistema di controllo e sulla necessità di rafforzare la prevenzione, il contrasto e la cultura della legalità ambientale.
Come ricordano gli autori, “conoscere le strategie dei criminali è il primo passo per fermarli”. A partire da una consapevolezza fondamentale: la criminalità ambientale non è un problema di nicchia, ma una minaccia sistemica che colpisce tutti, compromettendo il futuro di interi territori, comunità e generazioni.